mercoledì 19 aprile 2017

Tutto ciò che devi sapere del cuore e del trapianto di esso.

IL CUORE 


Il cuore è un organo muscolare cavo presente nella maggior parte degli organismi animali. Negli esseri umani è posto al centro della cavità toracica, più precisamente nel mediastino anteriore fra i due polmoni, dietro lo sterno e le cartilagini costali, che lo proteggono come uno scudo, davanti alla colonna vertebrale, da cui è separato dall'esofago e dall'aorta, e appoggiato sul diaframma, che lo separa dai visceri sottostanti.

Costituito pressoché esclusivamente da tessuto muscolare striato, è circondato da un sacco fibroso che prende il nome di pericardio. Il cuore ha la forma di un tronco di cono ad asse obliquo rispetto al piano sagittale: la sua base maggiore guarda in alto, indietro e a destra, mentre l'apice è rivolto in basso, in avanti e a sinistra; pesa nell'adulto all'incirca 250-300 g, misurando 13–15 cm in lunghezza, 9–10 cm in larghezza e circa 6 cm di spessore (si sottolinea che questi dati variano con età, sesso e costituzione fisica).

L'organo si divide in due sezioni, la sinistra dove circola sangue arterioso ricco di ossigeno e la destra dove circola sangue venoso desaturato; ognuna di queste sezioni comprende una cavità superiore, atri a pareti sottili, e una inferiore, ventricoli a pareti più spesse. Ciascun atrio è in connessione con il ventricolo sottostante per mezzo dell'orifizio atrioventricolare; il cuore sinistro è separato da quello destro a livello atriale dal setto interatriale e a livello ventricolare dal setto interventricolare.

Il cuore è l'organo centrale dell'apparato circolatorio; si comporta come una sacca muscolare in grado di contrarsi e di svuotare nei grandi vasi il sangue in essa contenuto. Gli atri funzionano da serbatoio del sangue refluo dalle vene, che può essere così immesso rapidamente nei ventricoli; questi ultimi, con la loro contrazione, fungono da pompa capace di produrre una pressione sufficiente a permettere la circolazione del sangue. L'efficienza del cuore come pompa si fonda da una parte sulla contrazione pressoché simultanea di tutte le fibre (cellule) muscolari ventricolari, dipendente dalla loro struttura peculiare, dall'altra sulla contrazione ritmica, ordinata e coordinata della muscolatura cardiaca, resa possibile dall'esistenza del sistema di conduzione del cuore, il quale impedisce che la muscolatura cardiaca si contragga in maniera casuale, come avviene in caso di fibrillazione ventricolare.

Il trapianto di cuore è un intervento estremamente delicato, un intervento che è indicato in tutti quei casi in cui il paziente è affetto da una malattia al cuore in fase terminale, non curabile mediante farmaci oppure mediante interventi di chirurgia tradizionale. Tale intervento consiste nell’asportazione del cuore malato, e nella sua sostituzione con un cuore sano proveniente da un donatore. L’intervento è estremamente delicato, dura circa 5 ore, e comporta comprensibilmente una serie di rischi che non devono essere sottovalutati, e che verranno chiaramente illustrati al paziente.

In seguito al trapianto, uno dei rischi maggiori è quello che possa avvenire un rigetto dell’organo, evento che può manifestarsi a poche ore dall’intervento, dopo alcuni giorni, o anche a molti mesi di distanza dall’operazione. Oltre al rischio di rigetto, nonostante i controlli sull’organo siano sempre molto accurati, vi sarebbe anche un minimo rischio di trasmissione di infezioni, trasmissione di neoplasie che non erano state diagnosticate nel donatore (evento estremamente raro), effetti indesiderati della terapia immunosoppressiva, ed altre problematiche legate alle condizioni generali di salute del paziente.

L’aspettativa di vita dopo un trapianto di cuore è determinata in primis dalla presenza di eventuali coronaropatie nel paziente. In assenza di coronaropatie infatti il soggetto avrebbe alte probabilità di sopravvivenza.

Dopo il trapianto il paziente dovrà seguire uno stile di vita molto sano, e dovrà sottoporsi periodicamente a visite di controllo, che saranno più frequenti durante il primo anno, per poi diradarsi negli anni successivi al trapianto. Detto ciò, secondo gli esperti, sembra che il tasso di sopravvivenza dopo il trapianto cardiaco sia dell’88% dopo un anno dall'intervento, dopo tre anni sarebbe dell'80% e dopo cinque anni sarebbe del 73%.




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